LA FIGURA PROFESSIONALE
I CONSULENTI DEL LAVORO
NELLA REALTA' ECONOMICO-PRODUTTIVA E SOCIALE DEL PAESE
I consulenti del lavoro in Italia sono circa 19.000,
hanno 65.000 dipendenti, amministrano 900.000
aziende con 7 milioni di addetti; gestiscono personale dipendente per un monte
retribuzioni di circa 100.000 miliardi all'anno delle vecchie lire, redigono
1.200.000 dichiarazione dei redditi ed esercitano funzioni di conciliazione o di
consulenza di parte o di consulenza tecnica del giudice in oltre 100.000 vertenze di lavoro.
Nella graduatoria dei liberi professionisti sono al terzo posto per base imponibile denunciata al fisco, dopo notai e commercialisti.
Il riconoscimento della professione La professione, inizialmente individuata con legge n° 1815/39, trova una sua prima specifica regolamentazione con la legge n° 1081/64 che istituisce l'albo dei consulenti del lavoro. La dinamicità, propria della categoria professionale, e la spiccata attitudine all'aggregazione a livello associativo, hanno portato in breve tempo a due importanti tappe istituzionali: - la costituzione, con la legge n° 1100/71, dell'E.N.P.A.C.L., Ente di Previdenza ed Assistenza per i Consulenti del lavoro, e la conseguente regolamentazione del sistema pensionistico e previdenziale, modificata dalla legge n° 249/91 e recentemente privatizzato; - l'approvazione della legge n° 12/79 che disciplina l'ordinamento professionale definendone l'oggetto, i requisiti per l'iscrizione all'albo, le modalità relative all'esercizio della professione, l'organizzazione statutaria, le norme penali per l'esercizio abusivo della professione, l'autotutela e la disciplina interna, il segreto professionale.
Il percorso formativo
Secondo le norme dettate dalla legge istitutiva dell'ordinamento professionale, il titolo di studio richiesto è la laurea in Giurisprudenza, Economia e Commercio o Scienze Politiche, oppure un diploma di scuola secondaria superiore riconducibile all'area delle scienze sociali.
E' in fase avanzata la proposta legislativa che prevede il titolo di laurea di 1° livello per Consulente del lavoro come titolo di studio minimo per accedere al praticantato e agli esami di Stato.
E' richiesto inoltre un biennio di praticantato presso lo studio professionale di un consulente del lavoro o di uno dei professionisti individuati dall'art. 1 della legge 12/79.
Dopo il praticantato è necessario superare un esame di Stato, per l'abilitazione allo svolgimento dell'attività professionale, che prevede prove scritte e orali nelle seguenti discipline: diritto del lavoro e legislazione sociale, diritto tributario, diritto privato, pubblico e penale, ragioneria. LE MANSIONI Funzioni e competenze professionale del consulente del lavoro
I consulenti del lavoro sono operatori tecnico-sociali che esplicano le proprie funzioni soprattutto nell'ambito di realtà imprenditoriali medio-piccole, favorendo lo sviluppo dei processi economici aziendali e la gestione delle risorse umane.
L'attività del consulente del lavoro si colloca quindi in posizione centrale tra impresa, istituzioni pubbliche e lavoratori.
Dal 1979, anno di riconoscimento dell'Ordine professionale, il volto di questa professione è profondamente mutato. Da conoscitore della tecnica retributiva e contributiva aziendale, il consulente del lavoro si è andato affermando, per formazione culturale e per competenza professionale, anche in materia di contabilità e consulenza fiscale, identificandosi in una funzione di dirigente esterno della piccola impresa.
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Il sito rappresenta uno strumento per fornire informazioni sull'attività professionale esercitata, secondo correttezza e verità, nel rispetto della dignità e del decoro della professione e degli obblighi di segretezza e di riservatezza ed è, quindi, conforme al dettato del nuovo art.13 del Codice Deontologico dei Consulenti del Lavoro come approvato dal Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro in data 30/31 marzo 2000. |
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